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domenica 17 marzo 2013

Avvolte Ritornano

Vedo la data di oggi 12 marzo 2013, poi vedo la data del mio ultimo post: 10 marzo 2012... è passato un anno, e in un anno ne succedono di cose da raccontare, ma  io non ho scritto più nulla e vi domanderete il perché. La risposta è semplice, non avevo niente da dire e da raccontare! Perché non importa quante cose accadano, non importa  se siano cose importanti o meno, l'unica cosa che rimane è che non ti va di parlare, di sforzarsi di scrivere in un italiano sbilenco quello che pensi.
E' come quando stai sul treno e guardi dai finestrini e osservi, non ti interessa interagire con l'esterno ma ti piace osservare,  oppure quando prendi il caffè e ci sono due che parlano al tuo fianco e ascolti  quello che si dicono sorseggiando il caffè, stanno parlando di cose importantissime? e' indifferente perchè tu vuoi solo ascoltare.

Ci vuole uno stimolo per prendere  una penna e iniziare buttar giu due frasi sensa senso, ma poi una sera, esattamente dopo un anno le mani formicolano e ti dici che devi scrivere quello che ti passa per la testa.

Pochi leggeranno queste righe, ma è meglio cosi! Sono stato sempre una capra in italiano, e gli intellettuali in ascolto che mai passeranno tra queste righe, se ne stiano lontani, non è per loro,  perché quello che scrivo è per me.

La mia riflessione di stasera è: essere un passeggero o essere passeggero?

Un passeggero è una persona che viaggia, ma fondamentalmente non è colui che guida,  non perché il passeggero non sappia bene dove andare, anzi  molto spesso è determinato nel suo viaggio.

"[...] le storie sono quartieri, i personaggi sono strade.IL resto del tempo che passa, voglia di vagabondare e bisogno di guardare" city A.BAricco

Passeggero è un aggettivo che indica qualcosa di leggero, che è passeggero e non è permanente.
Passeggere sono le nuvole:










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